La magia di Manuel

La magia di Manuel

di Dario Corradino

Manuel pesava 160 chili. Adesso, seduto su quella seggiola nel bosco, c’è mezzo
Manuel. Pesa 79 chili e sorride. Ha una piccola bancarella sotto una quercia tra
Arcade e Pontevedra, lungo il sentiero portoghese del Cammino di Santiago. Se hai
sete puoi servirti da bere, se ti piacciono i suoi braccialetti o i portachiavi ne puoi
prendere quanti ne vuoi. Il prezzo? Lo stabilisci tu. “Dammi quel che ti sembra
giusto, quello che puoi”. Per l’acqua anche niente. La sete è sete, l’acqua è vita che si
regala. “Ma usa il tuo bicchiere. Sai, il virus…”
Già, la pandemia… che però quest’estate sul Cammino di Santiago sembra un tuono
lontano. All’aria aperta e in mezzo ai boschi si possono dimenticare virus e
mascherine e ascoltare il silenzio, il proprio cuore, i propri passi.
La bottega di Manuel è fatta di una sedia, due tavolini precari e un vecchio
ombrellone, un paio di chilometri dopo Puente Sampayo, dove le acque
dell’Atlantico si confondono con quelle del Rio Verdugo, in fondo a uno dei fiordi
delle Rias Baixas. Su quel ponte medievale i galiziani male armati e poco addestrati
riuscirono a mettere in fuga le truppe d’élite napoleoniche. Gente tosta lungo il
Cammino di Santiago.
Proprio come Manuel, che ha scelto con cura il punto dove piazzare l’ombrellone,
un posto che invita i pellegrini alla sosta: un po’ d’ombra, nel sollievo di un tratto
finalmente in piano, subito dopo un bel pezzo di salita sulle pietre di un’antica
strada romana dell’epoca di Augusto.
Manuel sembra solido come quelle pietre, nonostante l’incredibile perdita di peso.
Indica con orgoglio la foto di quand’era 160 chili. L’ha appesa all’ombrellone, in
bella vista. Tiene la mascherina sotto il mento. E ti chiede di abbassare la tua. “Le
mie orecchie non funzionano bene, señor – si giustifica sorridendo -: se mi parla mi
stia davanti, così guardo quel che mi dice: leggo la bocca”.
Va bene, Manuel. Come vanno gli affari? “Come l’estate scorsa – spiega -. L’inverno
è stato difficile e c’è stata la nuova ondata di infectados, ma adesso i pellegrini sono
tornati e hanno mandato il virus in vacanza. Però io per prudenza spruzzo
higienizante dappertutto”. E ride con te, mentre mostra un anellino in cuoio a una
giovane pellegrina tedesca.
“Vuole il sello, señor? Il timbro sulla Credencial?”. Ne occorrono almeno due al
giorno per avere poi la Compostela, a Santiago. “Sì, grazie Manuel”. Il suo timbro è
bello: un trisquel, potente simbolo celtico: tre spirali unite. Era il sigillo dei druidi,
gli unici a poter portare questo segno sacro e magico che rappresentava per loro il
passato, il presente e il futuro. Simboleggiava l'equilibrio tra corpo, mente e spirito.
E anche l'inizio, la fine e la crescita. Lo usavano per curare le ferite, alleviare la

febbre e anche come talismano. Manuel non è un druido, ma ti stampa con cura il
trisquel sul passaporto del pellegrino.
Funziona anche contro il virus? “È potente, ma io ho preferito vaccinarmi, señor. E
al resto ci penserà l’Apostol Santiago”.
Toglimi una curiosità: come hai fatto a dimagrire così tanto?”. “Mangio poco, bevo
tanta acqua, sorrido ai pellegrini. E prego”. Vorrei sapere di più, ma alla giovane
tedesca piace l’anellino e fa la sua offerta. Manuel la guarda e non contratta: “Il
prezzo lo stabilisci tu”, insiste.
Il sello, invece, il timbro che va sulla Credencial, è rigorosamente gratis: “Il trisquel
è un simbolo magico. E la magia non si paga” taglia corto Manuel. Attorno al
trisquel c’è il suo motto: “La vida es un viaje, disfruta del camino”: la vita è un
viaggio, goditi il cammino. Grazie. Nonostante tutto, ci stiamo provando

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